curiosità stroriche padovane  1°

L'AVVOCATO DEI POVERI

Nel 1200 e 1300 in quasi tutti i Comuni d'Italia che si reggevano a libero governo venivano nominati uno o più avvocati pagati dal Comune, che dovevano difendere i carcerati poveri. Padova fu la prima città del Veneto e forse d'Italia che istituì questa umanissima difesa. Questo avvocato aveva 80 ducati annui di stipendio (circa 1200 lire oro nostre) e veniva rinnovata ogni anno la sua nomina dal Podestà, che nominava anche un procuratore che lo coadiuvasse. Entrambi dovevano esser buoni cittadini, regolarmente laureati, e dovevano giurare sul Vangelo davanti al Podestà stesso di fare l'utile dei carcerati e di esercitare fedelmente il loro ufficio.

Era obbligo dell'avvocato di patrocinare gratuitamente tutte le persone dichiarate povere dal Podestà, doveva spesso visitare le carceri, parlare cogli accusati, sentire le loro ragioni o discolpe e informarsi dei loro bisogni. Assieme al procuratore doveva proteggerli anche nei loro interessi privati ai quali i prigionieri non potevano accudire, ed entrambi dovevano sorvegliare che ad essi fossero regolarmente assegnate le elemosine e tutte le vivande e vesti che portavano loro i parenti od i caritatevoli cittadini.

Bisogna osservare che a quel tempo i governi pensavano solo alla custodia dei carcerati e non al loro mantenimento e vestito, e quindi a sostenerli dovevano pensare i parenti e le elemosine dei cittadini, ed era quindi obbligo dell'avvocato dei poveri il sorvegliare che i prigionieri non venissero defraudati dal personale di custodia di tutto o parte di quanto ad essi veniva portato.

La legge Padovana affidava i processi dei poveri ad uno speciale giudice, chiamato perciò giudice dei poveri, il quale doveva giudicare sollecitamente, in modo di abbreviare il più possibile il carcere preventivo per quei miseri. Gli avvocati dei poveri erano stimati ed onorati da tutti, ed un medico padovano Michele Savonarola al servizio del marchese di Ferrara, consigliava a Nicolò d'Este suo signore, l'istituzione di una apposita onorificenza cavalleresca da distribuire a questi benemeriti dell'umanità e della carità.

 

 

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Ignazio Sommer (Merzio)